Lo ZEN2 è un’area che rappresenta ancora oggi una questione irrisolta all’interno del tema della rigenerazione urbana delle periferie italiane. Un quartiere dalla forte identità fisica e sociale che sorge nel contesto paesaggistico della parte settentrionale della Piana dei Colli a Palermo, come frutto dell’espansione della città verso nord, e che ha determinato profonde trasformazioni nel territorio in cui si inserisce.
Nasce in seguito al concorso indetto dallo IACP nel 1969 per l’ampliamento della Zona Espansione Nord, che vide vincitrice la proposta di Franco Amoroso, Salvatore Bisogni, Vittorio Gregotti, Franco Purini e Hiromichi Matsui. Il progetto, dopo aver suscitato un notevole interesse all’interno del dibattito architettonico nazionale e internazionale, fu sottoposto a diverse varianti che tradirono le intenzioni dei progettisti, non giungendo mai ad una completa realizzazione. (Andrea Sciascia, Tra le modernità dell’architettura. La questione del quartiere Zen 2 di Palermo, L’Epos, Palermo 2003)
Le difficoltà di quest’ampia area periferica sono da attribuire alle seguenti cause: l’estromissione del gruppo di progettazione nella fase esecutiva del cantiere; la mancata realizzazione di servizi, attrezzature e per molto tempo anche di opere di urbanizzazione primaria; l’occupazione abusiva di una buona parte degli alloggi.
Identificato come cattivo esempio di «quartiere dormitorio», è classificato come un luogo in cui convivono criminalità, abusivismo edilizio e degrado; inoltre, risulta isolato dal contesto che lo circonda, non solo idealmente ma anche fisicamente, a causa dell’arteria viaria che ne circoscrive l’intero bordo (Viale Sandro Pertini, Via Lanza Scalea, Viale Cesare Brandi). L’assenza di servizi e di spazi pubblici ha determinato un’ulteriore segregazione sociale sia nel rapporto tra lo ZEN2 e il resto della città, sia all’interno del quartiere stesso, rendendo le corti interne delle insulae (edifici che caratterizzano questo tessuto urbano) gli unici spazi di aggregazione come alternativa alla strada.
Nel corso degli anni, il quartiere è stato oggetto di numerose attività di studio e di ricerca sociale. Sono nate nel tempo numerose associazioni di volontari, tutt’oggi attive, che con il loro supporto contribuiscono a superare le varie forme di marginalità sociale ed economica, a promuovere l’importanza del lavoro e a stimolare negli abitanti un’attenzione maggiore nei confronti dei luoghi pubblici. Tra le altre azioni svolte, la realizzazione del giardino da parte del paesaggista Gilles Clement, in occasione di Manifesta 12, e la costruzione di un campetto di calcio comunale rappresentano esperienze che, seppur differenti, testimoniano una forte volontà di vivere e prendersi cura degli spazi esterni.
Dopo una lettura analitica dei luoghi, il dialogo con gli abitanti e le associazioni, il confronto con le scuole e le Istituzioni, quali Comune e IACP, il gruppo di lavoro del G124 di Palermo ha individuato degli ambiti irrisolti del quartiere. Questi sono il frutto di quella realizzazione incompleta che ha generato spazi residuali, abbandonati all’incuria.
Dalle riflessioni avviate che indagano il tema dei vuoti urbani, sono emerse potenzialità inespresse che mirano alla generazione di un rinnovato luogo di aggregazione sociale da restituire agli abitanti. Uno spazio in cui l’incontro, la condivisione, il gioco e lo svago insieme all’istruzione diventino occasione per superare i pregiudizi di cui la periferia si fa carico.
Operare allo ZEN2, all’interno del lavoro di “rammendo” promosso da Renzo Piano, ha l’obiettivo di innescare una scintilla che mostri come una periferia, considerata marginale, possa costituire una risorsa fondamentale per la città del futuro e di Palermo nel caso specifico.