Nel 2015 il gruppo di lavoro del G124 era composto dagli architetti Matteo Restagno, Francesca Vittorelli, Alberto Straci e Chiara Valli, tutti professionisti under 35, coordinati dai tutor Ottavio di Blasi e Marco Ermentini, con competenze individuali che spaziavano dalla pianificazione territoriale al restauro dell’architettura moderna. Il progetto sviluppato nel 2015 ha riguardato il Giambellino, nella periferia sud-ovest di Milano, un quartiere popolare costruito alla fine degli anni trenta: questo progetto può diventare un caso studio interessante per altri quartieri similari e offrire linee guida e buone pratiche di intervento da esportare in altri contesti urbani.
La periferia milanese offre un ventaglio interessante di tipologie insediative urbane, alcune più antiche già inglobate nel tessuto della città storica, altre di più recente formazione non ancora sedimentate come parti di città: il gruppo G124 le ha percorse tutte prima di scegliere come caso studio il Giambellino. È stato un viaggio nel tempo e nello spazio delle periferie milanesi che ci ha permesso di osservare le dinamiche progressive di cambiamento dei margini urbani, come le periferie vengono assimilate o allontanate dalla città consolidata, i problemi trasversali a tutte le periferie e quelli peculiari alle singole comunità urbane.
In ognuno dei quartieri che abbiamo visitato ci sono abitanti, associazioni e operatori dei servizi particolarmente attivi nel prendersi cura di spazi e luoghi di aggregazione, a fianco di gruppi o piccole comunità che mettono in atto forme di resistenza sociale alla crisi e fasce di popolazione particolarmente fragile per età, provenienza e condizioni economiche. Al Giambellino l’aspetto dell’attivismo e della partecipazione era forse il più rilevante: abbiamo scelto questo quartiere come area di intervento perché ci è sembrato un buon punto di osservazione sulle dinamiche di gentrificazione e sui cambiamenti sociali nelle periferie. Migranti, giovani professionisti e studenti scelgono oggi di abitare qui a causa dei costi proibitivi degli affitti in zona 1 a Milano e convivono con i vecchi abitanti, quelli arrivati dal sud per lavoro durante le migrazioni interne del dopoguerra.
L’aspetto più interessante dell’approccio conoscitivo e propositivo intrapreso riguarda l’innesco di un processo di attivazione degli abitanti nell’elaborazione di un progetto condiviso, come visione di un futuro possibile per il proprio quartiere.
Gli architetti del G124 hanno fornito gli strumenti tecnici e le conoscenze per dare forma alle idee e ai bisogni emersi durante un anno di lavoro immersivo e inclusivo delle diverse componenti sociali del quartiere, proponendo micro interventi che ne valorizzano la forte identità sociale e il senso di appartenenza.
Il risultato del processo è un progetto che gli abitanti possono proporre nelle sedi di dibattito amministrativo per contribuire alle scelte di investimento delle risorse pubbliche attivate da Comune e Regione per la riqualificazione del quartiere.
Il progetto parte dai singoli appartamenti, pianerottoli, scale, passando attraverso i cortili abbraccia il parco e i servizi che contiene e si collega alla città: la ricucitura proposta si attua in un percorso continuo e adattabile che collega tutti i livelli della vita urbana, quello individuale familiare, di vicinato, civico e collettivo.
Collaborazioni
Systematica Studio (Milano) http://www.systematica.net
Dynamoscopio (asscociazione Giambellino) www.dynamoscopio.it
Associazione commercianti mercato comunale Lorenteggio www.mercatolorenteggio.it
Save the Children
Link di approfondimento
Articolo pubblicato sulla rivista online planur-e
http://www.planur-e.es/pdf/08_Planur-e_Giambellino_EN.pdf