rammèndo [der. di rammendare] s. m.
L’operazione, il lavoro di rammendare, e la parte stessa rammendata: fare un r.; ago da r.; r. invisibile; una giacca piena di toppe e di rammendi; punto r., nel ricamo su rete (mòdano), il punto più semplice, eseguito su un numero determinato di quadretti, nei quali si fa andare e tornare il filo tante volte quante ne occorrono per riempirli.
Dal vocabolario Treccani
Il rammendo delle periferie si basa su sei punti. Che sono quelli che possono trasformare un quartiere, anche il più degradato, in un lembo vivibile di città. In primo luogo nelle periferie è importante che ci sia un mix: generazionale, economico, etnico e di conseguenza anche funzionale. Secondo, bisogna fecondarle disseminandole di edifici pubblici, servizi, scuole, università, biblioteche, centri civici, attività culturali. Luoghi per la gente dove si celebrino l’incontro e la condivisione. I quartieri devono poi essere collegati al centro senza l’obbligo di utilizzare l’auto, potenziando i trasporti pubblici. Quarto: il verde come tessuto connettivo, un filtro tra città e campagna che ponga limite al consumo del suolo. Per quanto riguarda le opere di rammendo sugli edifici è fondamentale la diagnostica scientifica che permette d’intervenire chirurgicamente, con cantieri leggeri che non allontanino gli abitanti. E con questi ultimi l’architetto condotto deve dialogare e ascoltarne le esigenze, attraverso processi partecipativi.